Il 23 maggio il presidente statunitense Donald Trump ha minacciato dazi doganali del 50 per cento sui prodotti importati dall’Unione europea a partire dal 1 giugno, affermando che i negoziati in corso “non portano a niente”.
“È molto difficile trattare con l’Unione europea, che è stata creata per trarre vantaggio dagli Stati Uniti dal punto di vista commerciale. I negoziati non stanno portando a niente. Raccomanderò quindi dazi del 50 per cento sui prodotti europei a partire dal 1 giugno. Non saranno invece tassati i beni prodotti negli Stati Uniti”, ha dichiarato sul suo social network Truth Social.
Il presidente statunitense ha poi inveito contro l’Europa citando, in ordine sparso, “le barriere commerciali, le imposte sul valore aggiunto, le manipolazioni monetarie e le azioni legali ingiustificate contro le aziende statunitensi, che hanno portato a un deficit commerciale di più di 250 milioni di dollari all’anno, il che è totalmente inaccettabile”.
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Negli ultimi mesi Trump ha più volte citato il deficit commerciale con l’Unione europea, che lui stima tra i 300 e i 350 miliardi di dollari.
Secondo i dati del rappresentante della Casa Bianca per il commercio (Ustr), il deficit commerciale degli Stati Uniti con l’Unione europea ammontava in realtà a 235 miliardi di dollari nel 2024, ma la Commissione europea contesta il dato, sostenendo che quello reale sia di 150 miliardi di euro (circa 160 miliardi di dollari) per i soli beni, che però scende ad appena 50 miliardi di euro calcolando il surplus statunitense nei servizi.
I dazi statunitensi sui prodotti europei sono attualmente del 12,5 per cento, contro il 2,5 per cento applicato prima dell’insediamento di Trump. All’inizio di aprile era però entrato in vigore un aumento del 10 per cento.
La Casa Bianca aveva inizialmente previsto di aumentare i dazi del 20 per cento, prima di sospendere la misura per novanta giorni per dare una possibilità ai negoziati.
I novanta giorni scadrebbero in teoria all’inizio di luglio.
Nelle ultime settimane il commissario europeo al commercio Maroš Šefčovič ha avuto vari colloqui con alti funzionari statunitensi, tra cui il segretario al tesoro Scott Bessent, quello al commercio Howard Lutnick e il rappresentante per il commercio Jamieson Greer.
Il 23 maggio Trump ha anche minacciato dazi del 25 per cento sugli iPhone prodotti fuori dagli Stati Uniti.
Le borse europee hanno reagito agli annunci del presidente statunitense registrando forti cali.
Intorno alle 14 la borsa di Parigi aveva perso il 2,43 per cento, quella di Francoforte il 2,03 per cento e quella di Milano il 2,77 per cento. Ha aperto in calo anche Wall street.