Il 21 maggio Donald Trump ha teso un’imboscata al presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, in visita alla Casa Bianca, mostrandogli un video che secondo lui dimostra che gli agricoltori bianchi sudafricani sono vittime di un “genocidio”.

A un certo punto il presidente statunitense ha interrotto il colloquio con Ramaphosa nello studio ovale per far partire un video che, secondo lui, mostra famiglie di agricoltori bianchi in fuga dalle loro terre dopo aver subìto un esproprio.

“Il suo governo permette che gli agricoltori bianchi siano privati delle loro terre, e che siano poi uccisi, e chi commette questi crimini non viene neanche punito”, ha affermato Trump.

Il miliardario repubblicano ha anche mostrato dei ritagli di giornale che confermerebbero le sue affermazioni, uno dei quali contenente una foto scattata in realtà nella Repubblica Democratica del Congo.

Ramaphosa ha smentito le accuse, sottolineando che in Sudafrica le vittime della criminalità sono in maggioranza i neri.

Alla fine di gennaio Ramaphosa aveva promulgato una legge che permette al governo, in determinate circostanze e nell’interesse pubblico, di espropriare terreni senza indennizzo, per correggere le storiche disuguaglianze derivanti dalle politiche promosse in epoca coloniale e durante l’apartheid.

La minoranza bianca rappresenta poco più del 7 per cento della popolazione sudafricana, ma nel 2017 possedeva il 72 per cento dei terreni agricoli, secondo i dati del governo.

Da mesi l’amministrazione Trump prende di mira il Sudafrica, il paese d’origine di Elon Musk, accusandolo di discriminare i bianchi.

Il 12 maggio è arrivato negli Stati Uniti un primo gruppo di 49 afrikaner, discendenti dei coloni olandesi che s’insediarono in Sudafrica nel seicento. In base a un ordine esecutivo firmato da Trump, queste persone hanno diritto alla protezione perché hanno subìto l’esproprio delle loro terre e sono minacciate da un “genocidio”.

Musk, che negli ultimi mesi ha più volte denunciato le “leggi razziste” che secondo lui prendono di mira i bianchi in Sudafrica, era presente durante l’incontro tra Trump e Ramaphosa.

“Sono qui per migliorare le relazioni tra gli Stati Uniti e il Sudafrica”, ha dichiarato Ramaphosa all’inizio del colloquio.

Ma mentre scorrevano le immagini del video, ha avuto difficoltà a intervenire.

Nel filmato si vede Julius Malema, leader di un partito della sinistra radicale che nelle ultime elezioni ha ottenuto il 9,5 per cento dei voti, intonare Dubul’ ibhunu (tradotto generalmente con “Uccidi il boero”), un canto risalente all’epoca della lotta contro l’apartheid.

Il video si conclude con le immagini di una manifestazione in Sudafrica durante la quale erano state erette delle croci bianche su una strada rurale per rappresentare i presunti agricoltori bianchi assassinati. Trump ha erroneamente scambiato le croci bianche per vere tombe.

Il G20 a Johannesburg

Al termine dell’incontro Ramaphosa ha cercato di minimizzare le divergenze, auspicando la presenza di Trump al vertice del G20 che si terrà a Johannesburg, in Sudafrica, a novembre.

“Nel complesso considero la visita un grande successo”, ha aggiunto Ramaphosa.