La Tanzania ha espulso alcuni attivisti per i diritti umani e degli avvocati stranieri che erano arrivati nel paese per assistere, il 19 maggio, al processo di Tundu Lissu, il leader dell’opposizione arrestato a inizio aprile con l’accusa di tradimento. Lissu rischia la pena di morte in un processo che una parte dell’opinione pubblica considera politicizzato. Due degli attivisti per i diritti umani fermati dalla polizia, il keniano Boniface Mwangi e l’ugandese Agather Atuhaire, sono stati detenuti per quattro giorni senza che nessuno fosse informato, sono stati torturati e poi lasciati al confine con i loro paesi d’origine. Sono stati espulsi anche l’ex presidente della corte suprema del Kenya, Willy Mutunga, e l’ex ministra della giustizia keniana Martha Karua. La presidente tanzaniana Samia Suluhu Hassan sta ricorrendo a metodi autoritari per fermare l’opposizione: come ricorda The East African, “aveva avvertito che non avrebbe permesso agli stranieri di immischiarsi negli affari del suo paese”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1616 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati