Giacomo Nanni ci offre un nuovo capolavoro di spiritualità laica, in linea per struttura, tematiche e interrogazione alta sulla civiltà e le culture con il precedente Atto di Dio. Qui la tortura, usata anche nel passato più recente per contrastare il terrorismo già prima dell’11 settembre, finisce per creare i terroristi che sono al centro dei fantasmi, delle paure e della cattiva coscienza dell’occidente. Torture insopportabili fanno confessare cose mai commesse né ideate e creano poi un vero terrorista, così come il carcere duro inflitto a un giovane crea un vero delinquente. Una società fondata sulla paura, ripiegata su se stessa, crea concretamente il suo mostro, il suo demone, fino a quel momento appartenente alla sfera metafisica. Sfera a cui appartengono le cornacchie degli Uccelli di Hitchcock che aprono e guidano il libro, nere come le silhouette di musulmani, poliziotti, bambine di buona famiglia da loro infastidite. L’autore prosegue la trasfigurazione metafisica, insieme concettuale e diretta, del mondo contemporaneo mediante l’esplorazione del retino e di immagini logo o logo-tipo. E l’essere tutti imprigionati in una valanga di icone omologanti e senz’anima – oltre che nella paura perenne, anche se alleggerita da una vacuità propria di una civiltà in dissolvimento – è espresso al meglio dall’immagine di copertina, una gabbia-logo con rinchiusa una cornacchia che assurge a simbolo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1404 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati