Il 20 maggio Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti costruiranno un grande scudo antimissile chiamato Golden dome, un progetto che Pechino ha invitato Washington ad “abbandonare al più presto”, sostenendo che metterebbe a rischio la stabilità mondiale.
“Sono lieto di annunciare che abbiamo posto le basi di questo sistema all’avanguardia”, ha dichiarato Trump alla stampa nello studio ovale della Casa Bianca, precisando che l’iniziativa coinvolgerà anche il Canada.
“Una volta completato, il Golden dome sarà in grado d’intercettare missili lanciati da qualunque parte del mondo e perfino dallo spazio”, ha aggiunto.
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Secondo il presidente statunitense, il sistema sarà operativo entro la fine del suo mandato e costerà circa 175 miliardi di dollari.
Secondo un’agenzia del congresso statunitense, il costo stimato di uno scudo spaziale in grado d’intercettare un numero limitato di missili balistici intercontinentali è compreso tra 161 e 542 miliardi di dollari in vent’anni.
Il 21 maggio la Cina ha denunciato un progetto “caratterizzato da una forte componente offensiva”, che “potrebbe accelerare la militarizzazione dello spazio e innescare una corsa agli armamenti”.
La Russia ha invece affermato che “il progetto rientra nella sfera della sovranità degli Stati Uniti”, sottolineando però che saranno “necessari” dei contatti con Mosca.
La Cupola di ferro israeliana
Alla fine di gennaio Trump aveva firmato un ordine esecutivo per sviluppare una “Cupola di ferro statunitense”, cioè uno scudo antimissile per proteggere l’intero territorio degli Stati Uniti.
Il presidente statunitense si riferiva alla Cupola di ferro israeliana, che protegge Israele da missili, razzi e droni.
Dal suo lancio nel 2011 il sistema ha bloccato migliaia di razzi, con un tasso d’intercettazione di circa il 90 per cento, secondo l’azienda militare israeliana Rafael, che aveva sviluppato il progetto in collaborazione con gli Stati Uniti.