Vero. Con il fumo e il diabete, lo stress è un importante fattore di rischio dell’infarto. Lo studio più conosciuto sul tema è del 2004 e ha coinvolto 25mila persone, dimostrando che lo stress aumenta il rischio di infarto del miocardio e che esiste un effetto dose: più lo stress si prolunga, maggiore è il rischio. Sia lo stress acuto, causato da un evento eccezionale come la morte di una persona cara, sia quello cronico, provocato per esempio dal lavoro eccessivo, possono avere un ruolo. “Nel primo caso l’organismo produce adrenalina”, spiega il cardiologo Christophe Scavée, “con effetti diretti sulla frequenza cardiaca e sulla pressione sanguigna”. Allo stesso tempo le arterie si contraggono e il cuore ha bisogno di più ossigeno. Sono tutti fattori che possono portare a un mancato afflusso di sangue al cuore. “Se quest’ultimo è già indebolito, può verificarsi un infarto o un’aritmia”, dice Scavée. Qualsiasi emozione forte può influire: in occasione dei Mondiali di calcio del 2006 in Germania il tasso di infarto tra i tedeschi è quasi triplicato durante le partite della nazionale. Lo stress cronico, invece, aumenta molto i livelli di cortisolo. Una quantità eccessiva di questo ormone può essere dannosa per il cuore, la pressione arteriosa e i vasi sanguigni. Inoltre, aggrava i depositi di colesterolo nelle arterie. Le Figaro

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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 115. Compra questo numero | Abbonati